Economia Circolare: un modello sostenibile di produzione e consumo

Quante volte negli ultimi anni ti sarà capitato di sentire termini come economia lineare, economia circolare, sostenibilità?
Sicuramente tante poiché queste espressioni dominano il dibattito pubblico circa la crisi ambientale e climatica che stiamo vivendo e sono entrate con urgenza a far parte del nostro vocabolario
Ma cos’è l’economia circolare? Cosa la differenzia dall’economia lineare e perché è così importante applicarne i principi?

L’economia circolare è un modello di produzione e consumo che implica condivisione, prestito, riutilizzo, riparazione, ricondizionamento e riciclo dei materiali e prodotti esistenti il più a lungo possibile, contribuendo a ridurre i rifiuti al minimo.

Questa è la definizione elaborata dal Parlamento europeo, il quale nel febbraio 2021 ha redatto il nuovo Piano d’azione per l’economia circolare in cui sono contenute le linee guida da seguire per progredire verso un’economia climaticamente neutra e competitiva.


L’economia circolare quindi richiama i processi della natura e la figura del cerchio in cui tutto è collegato e gli scarti sono ridotti al minimo al fine di preservare il capitale naturale, riutilizzare le risorse in maniera efficiente e azzerare gli sprechi.
Essa si contrappone al modello economico tradizionale di tipo lineare, sviluppatosi tra la fine del XIX secolo e l’inizio del XX, in cui, invece, le risorse naturali vengono utilizzate e i rifiuti smaltiti senza tener conto dell’impatto ambientale e sociale.
L’economia lineare si basa sulla logica “take-make-waste” ovvero: estrarre risorse limitate dalla Terra, lavorarle per creare dei prodotti e gettare via i prodotti utilizzati per poco tempo. Questo modello economico è figlio della società di massa in cui la produzione frenetica utilizza risorse limitate come se fossero inesauribili e la competitività del mercato induce a vendere quanti più prodotti possibili, spesso monouso o presto obsoleti, al fine di incentivarne il rapido acquisto di nuovi.
Tale schema non è più sostenibile sia a livello economico per l’eccessivo uso di materie prime, che ambientale per l’elevata produzione di rifiuti e conseguente inquinamento tanto che  il commissario UE all’Ambiente, Janez Potocnik, durante la Conferenza mondiale sulla sostenibilità – Rio+20, ha affermato: “Entro il 2050 avremo bisogno di oltre due pianeti per sopravvivere”.

A partire dagli anni ‘70 studiosi e accademici presentano l’economia circolare come alternativa al modello tradizionale per dimostrare la possibilità di un approccio più rispettoso delle risorse; ma è soltanto nel primo decennio degli anni 2000 che la divulgazione dei suoi principi avviene in Europa grazie alla velista britannica Ellen MacArthur.
Nel 2005 la ventottenne Ellen MacArthur compie in appena 72 giorni il giro del mondo in barca a vela e durante quell’esperienza si accorge che “l’obiettivo della sostenibilità è qualcosa che accomuna le vite di tutti noi”.
Lascia così  la carriera da velista e fonda la  Ellen MacArthur Foundation allo scopo di diffondere le idee e principi dell’economia circolare, sensibilizzare l’opinione pubblica e ispirare le generazioni future.

Riduci, Riusa e Ricicla” sono le 3R dell’economia circolare che fin dall’infanzia vengono insegnate ai bambini per educarli al rispetto dell’ambiente e accompagnarli nello sviluppo di una coscienza ecologica.
Durante l’Ucsalab Village, una manifestazione promossa dai comuni dell’Ucsa per avvicinare i cittadini alla circolarità, ne abbiamo aggiunta un 4R Ripensa per sottolineare l’importanza dei comportamenti dei consumatori.
Infatti, l’economia circolare si applica non solo ai modelli di produzione ma anche di consumo guidando in modo consapevole i consumatori che, attraverso le proprie scelte di acquisto, possono fronteggiare la cultura consumistica dello spreco.
Evitare prodotti monouso, rammendare un indumento, acquistare second hand, sono solo alcuni esempi di scelte circolari e sostenibili che possiamo mettere in pratica nella vita di tutti i giorni.

Come già anticipato nell’articolo precedente gli scarti tessili rappresentano il rifiuto maggiormente presente nei roghi dei nostri comuni e la moda è il settore di produzione più inquinante al mondo dopo quello del petrolio.
Eppure spesso acquistiamo vestiti che utilizziamo soltanto una volta per seguire una moda del momento o ancora di scarsa qualità e quindi inutilizzabili dopo pochi lavaggi solo perché economici.

Uno dei grandi poteri che puoi mettere in pratica grazie all’economia circolare è quello di ripensare le tue scelte di consumo.
Ecco alcuni esempi:
-Indossa i capi che già possiedi nel tuo armadio
-Scambia quelli che non usi più
-Acquista seguendo il tuo stile e non le mode
-Riparali
-Considera il vintage
-Scegli vestiti realizzati con tessuti organici o riciclati

Si tratta di semplici accorgimenti, piccoli gesti che se attuati da ciascuno di noi possono generare notevoli cambiamenti.

Qui trovi un test per scoprire quanto impattano le tue scelte fashion sull’ambiente!
E per approfondire questa tematica ti consigliamo la visione del documentario  The True Cost  realizzato a partire da interviste con ambientalisti, lavoratori dell’industria della moda e persone che  promuovono la produzione di abbigliamento sostenibile.

Il 5 maggio 2022 inquadra il Qr Code, ti racconteremo una storia circolare…